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Ancora oggi gli storici non sono in grado di dire la parola definitiva sull'invenzione degli scacchi. Si sa che nel VI secolo erano presenti in India, ma non se sono stati inventati o piuttosto siano il frutto evolutivo di qualcos'altro. Sono il primo wargame della storia e hanno una prerogativa evidente rispetto ai tradizionali giochi da tavolo: sono una simulazione di guerra, un simbolo stilizzato di quello che capita durante le battaglie. Ogni singola partita di un torneo infatti rappresenta una battaglia di una guerra. Come il libro racconta, gli scacchi si prestano a rappresentare la guerra in molteplici aspetti: massa combattente, strategia, tattica, psicologia e attività di conoscenza. Ma la compenetrazione tra il più ampio fenomeno della guerra e l'attività scacchistica è ancora più radicale di quanto possa apparire a prima vista. In questo lavoro, l'autore ha voluto tracciare in modo compiuto la metafora degli scacchi come wargame e come battaglia militare, ma anche indicarne il limite. Ha voluto sottolineare come gli scacchi, benché metafora di guerra, siano anche e soprattutto, tramite la condivisione della bellezza del gioco, uno strumento di pace e di fratellanza.