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"Un giovane diciottenne, dai lunghi capelli, con un album sottobraccio, stava immobile presso il timone". Ecco come Flaubert ci introduce a Frederick Moreau il protagonista de "L'educazione sentimentale", lo studente liceale che presto si trasferirà a Parigi per studiare giurisprudenza. Nella grande città Frederick incontrerà due mondi: il primo, quello privato, segnato da amori prepotenti o puramente immaginativi come quello per Marie Arnoux, donna sposata, ma che mostra interesse per il giovane. Il secondo mondo è quello che permea la società borghese parigina, un insieme di vuoto conversare, tra espedienti e fallimenti, in cui non conta la credibilità morale ma l'identificarsi ad un modello incapace di rendere coerenti, maturi, i suoi interpreti. Come nei romanzi di Balzac. I protagonisti stanno vivendo le grandi emozioni delle rivolte del 1848, una Parigi scossa dai fermenti, in cui grandezza e miseria morale corrono affiancate. Il lettore compirà un viaggio all'interno della rivoluzione guardandola con lo sguardo distaccato di Frederick, che nel frattempo si è legato a Rosanette. I due avranno un figlio che non sopravviverà alla loro immaturità. Sono anti-eroi i protagonisti di questo romanzo e proprio questa loro dimensione che ha affascinato molti critici letterari e che rende "L'Educazione sentimentale" un'opera di grande qualità, pienamente leggibile con gli occhi di un lettore del Duemila.