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Quest'opera, redatta tra gli anni 1958-1962 e rimasta incompiuta, costituisce il secondo tomo della Critica della Ragione dialettica. Il testo, interamente dedicato alla intelligibilit\u00e0 della Storia, teatro delle relazioni conflittuali intersoggettive e luogo del divenire dell'uomo, si rivela come uno tra i libri pi\u00f9 suggestivi della filosofia di fine Millennio. Le analisi sartriane offrono l'occasione di riflettere sulla condizione del vivere e sul progressivo cammino dell'esperienza critica, indispensabile alla costituzione di una societ\u00e0 libera ed autonoma. Sartre pone sul tappeto un nodo cruciale dei nostri tempi: il \"sociale\" non \u00e8 e non pu\u00f2 essere sottoposto al \"politico\" e la Storia \u00e8 il terreno su cui si gioca questo conflitto. \u00c8 nella lotta ed a causa di essa che gli uomini vivono la penuria, nel movimento stesso che tende ad oltrepassarla. L'esperienza critica, cui Sartre si appella, potrebbe essere la via per rintracciare l'intelligibilit\u00e0 diacronica delle trasformazioni storiche e il difficile rapporto tra la singolarit\u00e0 della praxis e la oggettivit\u00e0 della Storia. Infine, e non meno importante nel giudizio complessivo di questo testo, \u00e8 soprattutto l'immagine di se stesso che Sartre dona al lettore; l'immagine di un uomo drammaticamente coinvolto in prima persona in tutti gli avvenimenti della storia concreta, o delle infinite storie che contraddistinguono l'avventura umana; l'immagine di un Sartre che cerca di comprenderlo, ma che sa benissimo di non riuscire nell'intento. <\/P>"