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Cosa ci vela il velo portato dalle donne islamiche nel contesto delle società occidentali? Che rapporto ci può essere tra uno Stato moderno e il Sacro? Cosa vuol dire cittadinanza? È una cosa che ci include in una comunità, o che ci dà diritto a forme di diffidenza e segregazione? Régis Debray, uno dei più importanti intellettuali e pensatori francesi di oggi, interviene in questa accorata lettera aperta ai suoi colleghi sulla questione dell'uso del velo islamico in Francia. Questione che, com'è noto, è andata ben al di là della sua problematica di disciplina didattica per la scuola dell'obbligo, per diventare la pietra di paragone di un dibattito sulla (sulle) libertà, sulle identità e sulla possibilità di essere tutti, indipendentemente da religione e razza, cittadini (e) repubblicani, cioè abitanti liberi di uno Stato laico e plurale: "Una legge restrittiva non sarebbe in armonia con lo spirito dei tempi, anche se al giorno d'oggi potremmo essere trattati con una certa indulgenza (i reazionari progressisti sono sempre più impopolari dei progressisti retrogradi)".