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Philip Johnson (Cleveland 1906 - New Canaan 2005) è stato per più di mezzo secolo una figura centrale della cultura architettonica americana. Con il libro International Style (1932) e le mostre al MoMA: Modern Architecture International Exhibition (1932) e Deconstructivist Architecture (1988) ha contribuito allo sviluppo del dibattito teorico e della ricerca progettuale a livello internazionale. Questo libro si occupa dell'attività di Johnson come architetto di musei senza, tuttavia, trascurare l'essenza della sua visione progettuale. La sua concezione del museo, che anticipa alcune scelte rappresentative della contemporaneità, è riassumibile in alcuni punti cardine: un organismo dalle contenute dimensioni, impostato spazialmente su un vuoto centrale - il cuore dell'organismo - circondato o attraversato da percorsi a sbalzo o sospesi che determinano la visione dinamica delle opere esposte da parte del visitatore. I musei progettati da Johnson sono una ventina, cui bisogna aggiungere alcune case di collezionisti a partire dalla Glass House la sua casa a New Canaan, ora casa/museo - concepita per padiglioni, tra i quali spiccano, per restare in tema, la Painting Gallery e la Sculpture Gallery.