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Nonostante l'immensa ricchezza accumulata dal capostipite, la dinastia dei Getty sembra circondata da un'aura di infelicità, quasi una maledizione che si accanisce implacabile sui suoi membri. A partire da J. Paul Getty, che cinquant'anni fa era considerato l'uomo più ricco d'America: cinque matrimoni falliti alle spalle, cinque figli dei quali solo uno condusse un'esistenza relativamente serena. E l'infelicità non risparmiò nemmeno la generazione successiva, tanto che il nome dei Getty fu spesso associato dalla stampa al concetto di famiglia disfunzionale. Nel 1973 il nipote prediletto, John Paul Getty III, fu rapito dalla 'ndrangheta e, dopo una vita dedita all'alcol e alla droga, finì i suoi giorni in sedia a rotelle. La nipote Aileen si ammalò di AIDS. E il resto della famiglia fu lacerato da aspre liti per la spartizione di un'eredità a dir poco avvelenata. Ma il disastro era davvero inevitabile? John Pearson, autore di celebri biografie famigliari che spaziano dai Churchill ai reali inglesi, ha cercato di rispondere a questa domanda e il risultato, originariamente pubblicato con il titolo Painfully Rich, è la storia affascinante di una dinastia straordinaria. Pearson attribuisce la responsabilità di gran parte dei problemi della famiglia al carattere peculiare dell'eccentrico J. Paul Getty, noto avaro con l'ossessione del sesso, i cui comportamenti e attitudini sono stati ripresi dalle generazioni successive, e descrive con dovizia di particolari il celebre sequestro del nipote, mostrando come l'atteggiamento del nonno abbia accresciuto le sofferenze del ragazzo e come la famiglia abbia affrontato le peggiori piaghe della nostra epoca: tossicodipendenza e Aids. Eppure "Tutti i soldi del mondo" non è una storia senza speranza. Alcuni dei Getty, infatti, sono riusciti a sfuggire al disastro, primo fra tutti il filantropo appassionato di cricket, J. Paul Getty Jr. Il racconto commovente della sua lotta contro la droga e della sua profonda tragedia personale dimostra non solo che le prossime generazioni possono continuare a credere nel futuro, ma anche che il denaro può essere usato per garantirsi la sopravvivenza e persino la felicità.