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Pete Drossos, dodicenne che si guadagna da vivere facendo il lavavetri all'angolo fra la Trentacinquesima e la Nona Avenue, irrompe di buon mattino a casa di Nero Wolfe e racconta che alle sette meno un quarto, al semaforo dove è solito appostarsi, si è fermata una Cadillac targata "Connecticut, Y, Y, nove, quattro, tre, due", con a bordo un uomo con la faccia da farabutto e una donna con degli orecchini d'oro a forma di ragno. Poco prima che la macchina ripartisse, la donna ha sussurrato qualcosa come una richiesta d'aiuto, mentre l'uomo le premeva addosso quella che doveva essere una pistola. Wolfe non dà eccessivo peso al racconto del ragazzo. Nel giro di qualche giorno, però, gli eventi precipitano. Pete Drossos viene investito e ucciso da un'automobile ritrovata poi sulla Centottantaseiesima. Sotto il telaio della vettura, targata "Connecticut, Y, Y, nove, quattro, tre, due", la scientifica rinviene un pezzo di stoffa della giacca di un certo Matthew Birch, agente dell'Ufficio Immigrazione, investito e ucciso anche lui ventiquattro ore prima in un vicolo di South Street. Come se non bastasse, la donna che si presenta al cospetto di Wolfe in cerca di aiuto - Laura Fromm, vedova dell'industriale Damon Fromm, erede di una cospicua fortuna e filantropa dell'Associazione per il Soccorso ai Profughi - viene anch'essa ritrovata morta in un sottopassaggio, investita da una vettura. Introduzione di Hans Tuzzi.