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L'odierna riflessione di Toni Negri sul concetto di "comune" affonda le sue radici in un percorso di ricerca teorica e politica più che ventennale. Tutto è cominciato con la descrizione del cosiddetto post-fordismo, con l'analisi di un capitalismo che alla soggettività del lavoratore chiede creatività, innovazione e dunque libertà. Quello che Negri ha cercato di descrivere è un paradosso: il capitalismo è sempre più legato a ciò che in potenza può distruggerlo, la libertà del lavoro. E per Negri, ciò a cui questa libertà non cessa di dare forma è un territorio comune - non lo spazio pubblico dello Stato né lo spazio privato degli individui - che è contemporaneamente la conditio sine qua non del capitalismo contemporaneo. Il libro ripercorre le tappe di questa riflessione, mostrando come la teorizzazione del "comune" attraversi tanto la critica al pensiero debole all'inizio degli anni Novanta quanto l'analisi della crisi della statualità, fino ad arrivare alla riscoperta di un concetto fondamentale del pensiero politico moderno, quello di "moltitudine". Un testo che è un riepilogo della riflessione negriana dell'ultimo ventennio e una testimonianza del grande contributo fornito da questo autore al rinnovamento del pensiero critico.