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Erano solo dei bambini, ma non hanno dimenticato e, oggi, grazie al lavoro di Kathy Kacer e di Sharon McKay, hanno raccontato quei giorni spaventosi. Fra il 1939 e il 1945 i nazisti crearono 356 ghetti sparsi fra Polonia, Unione Sovietica, stati baltici, Cecoslovacchia, Romania e Ungheria. Delimitati da mura o da recinzioni di filo spinato, con gli ingressi sorvegliati da guardie che avevano l'ordine di sparare a vista, i ghetti isolarono gli ebrei dal resto della società. E dietro quelle recinzioni hanno vissuto migliaia di bambini che, strappati improvvisamente alla loro quotidianità, hanno assistito all'epifania del male. I protagonisti delle storie di questo libro - bambini ebrei che durante la guerra avevano un'età compresa tra i sei e i tredici anni - descrivono i momenti iniziali della follia che colpì l'Europa durante il nazismo: la deportazione nel ghetto, la fuga e la clandestinità, la morte di genitori o fratelli, la fame e infine l'aiuto ricevuto da sconosciuti, che pur rischiando la vita accolsero questi bambini come dei figli. Storie di coraggio e determinazione, di lotta e resistenza. Le voci di chi non si è lasciato piegare e ha trovato il modo di sopravvivere anche a nome dei tanti, tantissimi, che non ce l'hanno fatta.