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Sette magnifiche signore, sette magnifici romanzi al femminile che percorrono più di un secolo di storia della letteratura inglese. A cominciare da "Orgoglio e pregiudizio", le vicende della famiglia Bennet e delle loro cinque figlie da maritare, così magistralmente raccontate da Jane Austen in uno spaccato ironico e intelligente dei vizi e delle virtù della borghesia inglese della sua epoca. Per passare al celebre "Frankenstein" di Mary Shelley, prova eccellente di narrativa gotica dove il "mostro" è la perfetta sintesi delle nostre paure. E poi i capolavori delle tre sorelle Bronte - Charlotte, Emily e Anne - che con i romanzi "Jane Eyre", "Cime tempestose" e "Agnes Grey" riassumono e comprendono le caratteristiche del periodo vittoriano: i privilegi di una rigida classe nobiliare prepotente e viziata e figure di eroi ed eroine alla ricerca del grande amore. Al romanticismo imperante cercò di ribellarsi Mary Anne Evans, più conosciuta come George Eliot che, nell'incalzante ed enigmatico "Il velo dissolto", romanzo breve che sembra una novella gotica, vuole fare luce sulla parte più oscura e irrazionale dell'essenza e dell'esperienza umana. Virginia Woolf, ultima delle autrici in ordine cronologico, con il suo capolavoro "Gita al faro" ci offre un' esempio di letteratura del XX secolo: le grandi passioni lasciano il passo all'intimismo e al flusso di coscienza.