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L'8 settembre 1943, alla notizia dell'armistizio, tanti militari italiani impugnano le armi contro il tedesco. In Italia, in Francia, in Jugoslavia, in Grecia, in Albania, nelle isole del Mediterraneo soldati, ufficiali e diversi generali comprendono che per aiutare la Storia a voltare pagina bisogna mettere in gioco la propria vita. In tre settimane sono circa 25.000 i caduti, non pochi di essi fucilati dopo la resa. Si dissolvono gli alti comandi, ma i ragazzi della generazione sfortunata, che hanno già pagato un alto tributo di sangue a EI Alamein e in Russia, rispondono alla chiamata per ricostituire un esercito da schierare accanto agli Alleati. Molti di loro sono fascisti, tuttavia nello sfacelo di quei giorni si aggrappano all'ultima ancora, l'Italia. Un'Italia senza aggettivi - né fascista né antifascista, né monarchica né repubblicana - per la quale battersi e morire. E alla fine a morire sui campi di battaglia e nei lager tedeschi saranno più di 86.000. Attraverso la dolorosa presa di coscienza di quindici giovani e giovanissimi fanti, artiglieri, alpini, bersaglieri, "In cerca di una patria" racconta i venti mesi di guerra al nazi-fascismo di questi soldati italiani di cui non si parla mai.