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Introdotto da un testo di Cristina Acidini, il volume affronta il rapporto tra Vittorio Emanuele II e Firenze partendo dall'Esposizione che vi ebbe luogo nel 1861 e dall'insediamento alla Reggia di Palazzo Pitti. Sono descritte le molteplici passioni del re, come quella per i cavalli espressa nelle Reali Scuderie alla Pace, o l'interesse per le arti minori, dimostrata dallo sviluppo della manifattura di Doccia negli anni di Firenze capitale. Nel quadro di un rinnovato senso estetico della natura e del paesaggio, la pubblicazione vuole anche evidenziare l'impulso dell'Esposizione di Parigi del 1867 per una rinascita delle arti in Italia. Sono dunque descritti i quartieri privati del re e della "bella Rosina" alla Meridiana di Palazzo Pitti e i decori e gli arredi della Petraia, cui sono dedicate ampie pagine. La pubblicazione è arricchita da numerose schede e appendici documentarie e si avvale, oltre che dei testi delle curatrici, dei contributi di studiosi come Fausto Barbagli, Silvia Ciappi, Anna Floridia, Giorgio Galletti, Rosanna Morozzi.