Il ticchettio della macchina da scrivere, per Giorgio Manganelli, nasce \"dai capricciosi amori di un cembalo estroso e di una mite mitragliatrice giocattolo\". Non \u00e8 un caso, dunque, che i suoi corsivi posseggano sia un'incessante mutevolezza di melodie e fraseggi (ossia di temi e linguaggi) sia una tonalit\u00e0 ironico-umoristica percorsa da nere venature malinconiche. I punti di partenza (le \"arie\" su cui improvvisare) sono spesso un minimo fatto di cronaca, una polemica frivola, un provvedimento ministeriale bizzarro. In ogni passaggio queste improvvisazioni sono anche inversioni, capovolgimenti del senso comune, dove la quotidianit\u00e0 si eleva a dimensione fantastica e i massimi sistemi slittano in una dimensione grottesca e prosaica. <\/P>"