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Primo Ottocento, primavera. Bianca Pietra, giovane donna di buona educazione e scarsi mezzi, lascia la casa natale sul lago di Garda per approdare nella campagna milanese, ospite di un poeta di chiara fama: don Titta ha l'estro dell'agricoltura sperimentale, che pratica nella sua tenuta, e in pi\u00f9 coltiva fiori e piante esotiche nel parco della villa di Brusuglio. E Bianca, abile acquerellista, \u00e8 chiamata a ritrarre il patrimonio botanico del padrone di casa. Graziosa, ardente, irrequieta, si accinge al compito con slancio, entrando a far parte di una famiglia grande quanto complicata. Disegna, dipinge, esplora i giardini e studia con interesse la miriade di personaggi che popolano la grande dimora: tra di loro c'\u00e8 Pia, una servetta orfana di acuta intelligenza e garbo innato che gode di singolari privilegi. Curiosa fino all'impudenza, sincera all'eccesso, incline alle fantasticherie, Bianca si convince che le origini di Pia nascondano un segreto e che don Titta con tutta la famiglia si stia dando molta pena perch\u00e9 esso resti tale: quanto basta per darle il desiderio di scoprire la verit\u00e0 avviando un'indagine appassionata. Ci\u00f2 che Bianca, cos\u00ec acuta nell'osservare e illustrare la natura, si ostina a non comprendere \u00e8 che questa ricerca del vero vede in gioco i suoi stessi sentimenti: ed \u00e8 un gioco pericoloso, perch\u00e9 la botanica degli affetti non \u00e8 una scienza esatta, non conosce regole e pu\u00f2 rivelarsi profondamente ingannevole.<\/P>"