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A partire dai tempi di Emanuele Filiberto la costruzione di una nuova capitale e la rifondazione di una cultura figurativa partecipava del gusto dominante nelle grandi corti, da Firenze a Madrid, da Parigi ad Anversa. Nacque la "corona di delizie", variata, splendente costellazione di ville e residenze suburbane e la sconfinata, stupefacente reggia di Venaria con il suo elaboratissimo e preziosamente capzioso programma iconografico. Appagate le ambizioni regali, Vittorio Amedeo con le imprese edificatorie, il genio di Juvarra e l'appello ai più celebrati pennelli volle dare all'Europa un'immagine eclatante del nuovo regno. Carlo Emanuele III avrebbe acquistato nel 1741 la splendida collezione del principe Eugenio ambita da tutt'Europa e contribuito all'accrescimento e all'abbellimento della capitale e della reggia, affidandosi a Juvarra prima e nominando nel 1739 architetto di corte Benedetto Alfieri. E con il XVIII secolo si aprirà l'inizio di una stagione artistica e culturale nuova, quella dell'esotismo, degli ebanisti di genio, dei Prinotto, dei Piffetti, dei Bonzanigo, creatori di microarchitetture preziose, di mobili stupefacenti intarsiati di avorio, madreperla, tartaruga, argento e connessi di varie essenze, dal palissandro all'ebano al bois de rose al cedro, dei disegnatori, degli ornemanistes, degli orafi dei maestri della porcellana e del bisquit, dei bronzisti come il raffinato Francesco Ladatte.