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Lo hanno chiamato santo e comunista, ribelle e profeta: ma don Gallo preferiva definirsi uomo e cristiano. In questo libro, nato dalle lunghe conversazioni con l'amico Luigi Faccini, il prete "angelicamente anarchico" intreccia ricordi e riflessioni disegnando un vivido autoritratto che è anche una summa del suo pensiero. Il racconto prende le mosse dall'infanzia sotto il fascismo e dalla scelta della Resistenza, ma si incardina sulle prime esperienze missionarie, gli anni in Brasile coi reietti delle favelas, l'incontro con la Teologia della Liberazione, la rivoluzione del Concilio Vaticano II, l'influenza formativa di maestri e fonti di ispirazione che vanno da don Bosco a Paolo VI, dalla Costituzione italiana alla poesia di David Maria Turoldo. "Rifondare la speranza": è questo il motto che don Gallo fa proprio, e che animerà la Comunità di San Benedetto al Porto, fino alla fine per lui casa e famiglia. Nel raccontare la sua vita di predicazione militante affronta temi forti come la povertà e l'oppressione sociale prodotte dal neoliberismo; la necessità di passare dalla solidarietà assistenziale a una solidarietà liberatrice, capace di promuovere una vera presa di coscienza popolare; le responsabilità di una Chiesa che ama ma che vede minacciata dalla trappola del potere terreno. E assieme al dovere della giustizia, in queste pagine ci ricorda incessantemente il diritto all'amore, umano e divino: perché siamo "pellegrini in cerca di felicità".