Ad un occhio esterno Robin ha una vita perfetta. Ha un lavoro, una famiglia che le sta vicino e una bellissima figlia di sei anni di nome Lyla. Ma Robin sente che le manca qualcosa. Sente di non essere completa. Si guarda intorno e vede tutte famiglie modello in cui c'\u00e8 sempre un uomo, un padre, a chiudere i bordi di un quadro senza difetti. Robin ha paura di non essere una brava madre per Lyla perch\u00e9 l'ha cresciuta da sola. Eppure cercare un fidanzato richiede uno sforzo, un impegno, un programma. Questo Robin lo sa bene. Come sa che per lei \u00e8 gi\u00e0 difficile ricordarsi al mattino dove ha lasciato le chiavi della macchina la sera prima, far partire la lavatrice ogni tanto o riuscire a rientrare in quei jeans cos\u00ec carini. Figuriamoci se sarebbe in grado di trovare l'uomo dei suoi sogni. Eppure sa che deve dare una svolta alla sua esistenza. Sa che la presenza di un compagno cambier\u00e0 tutte le sue giornate e non far\u00e0 pi\u00f9 andare a scuola Lyla con le scarpe sporche di fango e i capelli arruffati. Tutto trover\u00e0 un suo ordine con qualcuno accanto. Cos\u00ec, come una squadra, lei e Lyla affrontano insieme questa nuova avventura. Robin comincia ad uscire, e a collezionare appuntamenti. E soprattutto dopo anni ritorna a indossare i tacchi, a truccarsi, a comprarsi vestiti nuovi. Ma presto scopre che il principe azzurro ormai di azzurro non ha pi\u00f9 nulla ed \u00e8 costretta ogni volta a ripartire da zero. Fino al giorno in cui qualcosa cambia. Fino al giorno in cui Robin guarda lei e Lyla ridere insieme e vede per la prima volta quanto sono invincibili. E capisce che non \u00e8 importante se va a prendere sua figlia sempre in ritardo o si dimentica di farle il vestito per la recita. Perch\u00e9 forse la perfezione \u00e8 solo una chimera. Forse la perfezione non \u00e8 la risposta. Forse la perfezione non rende speciali.<\/P>"