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\"Del governo dei viventi\" costituisce un passaggio cruciale nella storia dei regimi di verit\u00e0 che Michel Foucault sviluppa nell'insieme dei corsi al Coll\u00e8ge de France. Dopo aver esplorato il campo giuridico e giudiziario e quello politico si rivolge qui alle pratiche e alle tecniche del s\u00e9, al campo dell'etica che d'ora in avanti non lascer\u00e0 pi\u00f9. Si domanda: \"Come accade che, nella cultura occidentale cristiana, il governo degli uomini richiede a coloro che sono diretti, oltre ad atti di obbedienza e di sottomissione, anche 'atti di verit\u00e0' che hanno di particolare il fatto che al soggetto non solo si richiede di dire il vero, ma di dire il vero riguardo a se stesso, alle sue colpe, ai suoi desideri, allo stato della sua anima ecc.?\". La questione lo conduce da una rilettura dell'Edipo re di Sofocle all'analisi degli \"atti di verit\u00e0\" del cristianesimo primitivo, attraverso le pratiche del battesimo, della penitenza e della direzione di coscienza. Foucault si interessa agli atti tramite i quali il credente \u00e8 chiamato a manifestare la verit\u00e0 a proposito di s\u00e9, in quanto essere indefinitamente fallibile. Dall'espressione in pubblico della propria condizione di peccatore, nel rituale della penitenza, alla verbalizzazione minuziosa dei propri pensieri pi\u00f9 intimi, nell'esame di coscienza, si vede disegnarsi l'organizzazione di un'economia pastorale centrata sulla confessione. Questa \u00e8 la prima delle indagini che Foucault condurr\u00e0 in seguito nel campo dell'etica. <\/P>"