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"Ci sono persone che dopo un po' non riescono più a farsi ascoltare, anche se urlano, persone che non hanno più nulla da dirsi e continuano a stare insieme nonostante tutto, perché credono nelle sconfitte incoraggianti." Di questo parla Distefano in "Prima o poi ci abbracceremo": di Enrico e Irene, che provano a stare insieme, si dicono "ti amo" senza sapere davvero cosa significhi e restano sempre un passo indietro l'uno rispetto all'altro. "Abbiamo sbagliato strada così tante volte che abbiamo smesso di ascoltare il cuore e ci siamo affidati ai cellulari, ai dubbi, ai conoscenti che ci dicevano che da soli stavano meglio e noi abbiamo provato a scoprire se era vero e siamo stati stupidi." E di Gianluca e Alda, i genitori di Enrico, due che si sono ostinati ad amarsi a tutti i costi, fino al punto di farsi solo del male. Per rendersene conto quando ormai è troppo tardi, quando l'amore si è trasformato in indifferenza, il suo contrario. "Ho visto mia madre guastarsi per un dolore mai sedato. L'ho vista per anni innamorata di un uomo sbagliato. Pentirsi come quando si accorgeva di essersi tagliata i capelli troppo corti, di aver lasciato la pasta un po' di più a cuocere." In "Prima o poi ci abbracceremo", con le sue frasi brevi, musicali e cariche di immagini, l'autore racconta i percorsi paralleli di due storie d'amore disfunzionali. E nel farlo cerca di capire la vera natura del sentimento che più ci tiene vivi. L'amore.